XX
DIONISO
E se la vita fosse piú che
il Nettare che viene dalle tue labbra?
Se fossi certo che aldilá
dell'ambrosia delle tue cosce
Corre per il firmamento un
soffio leggero;
Un alito di nube nera, di
stella Oscura
Che tutto redime,
tutto accomoda?
Non immagino niente
aldilá della transizione dei
tuoi affluenti:
Tutto ció che verte alla
frutta del tuo sesso
Possiede quel liquore, la
bibita, quell'elisir
Che derivano solo dal tuo
odore,
Dalla tua euforia;
Il piatto condito e squisito
delle tue gambe.
Mi perdo nei tuoi beveraggi
E non credo che il mondo sia
diverso
Oltre questi estratti
Nè Zeus nella sua mutazione
vaccina,
Nè Efeso nello sciogliersi
delle sue carni,
Né Faon di Lesbia nel
rinnovamento delle sue vesti
Hanno rinunciato alla
corroborante delizia di ubriacarsi nelle acque
della tua pelle.
Come un cittadino di Elide
Ho conosciuto il cosmo
concesso per il tuoVino;
Gli arcani staccati della
tua Rosa dionisiaca.
I satiri,
I cortéi,
Le valchirie
Sanno che questo é una
veritá di ferro:
Tutto quello che emana
contiene il dolce paradigma del
licenzioso,
L'ignominia di mescere i
bicchieri,
La sventura di curare la
bocca desiderosa
precipitandosi al bacio.
E se la vita comincerá su
un'altro margine?
Se la Vite che pende dai
fili del tronco
Troverá un altro destino
dopo la morte?
WINSTON MORALES CHAVARRO
Traducción: LOREDANA MARTORI
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